Programmare non è andare in bicicletta

programmazione

Mi capita molto spesso nel lavoro di programmatore di sentire la parola esperienza. Rendo già l’idea di ció di cui voglio parlare se aggiungo l’espressione l’esperienza insegna.

È vero, man mano che gli anni passano si prende sempre più coscienza e praticità del proprio lavoro, si acquisiscono nuove conoscenze e se ne consolidano altre. Come dissi qualche anno fà: “sei mesi d’azienda sono più di cinque anni di università” perchè le esperienze aziendali hanno un forte pragmatismo e concretezza. Inoltre il ritmo incalzante della logica aziendale detta tempi di apprendimento ben diversi. Fare esperienza non vuol dire solo lavorare. Vuol dire apprendere, studiare, crescere, sbagliare, raccontarsi, raccontare, condividere, ascoltare, ascoltarsi, migliorare…

Ma la programmazione e l’informatica in generale hanno qualcosa di diverso da tanti altri ambiti: il continuo cambiamento. Ogni anno vengono fuori nuovi linguaggi, nuove tendenze stilistiche di scrittura del codice e nuove tecnologie. Non è reinventare la ruota, ma rimpiazzarla con un altro oggetto ed a volte in modo radicale.

Pensiamo all’attività di andare in bicicletta. Quando da bambini si impara, poi come direbbe la pubblicità “è per sempre”. Non è così per la programmazione. Essa è più paragonabile ad una palestra, quando si smette di allenarsi si perde quanto fatto e riprendere è dura.

That’s all folks.

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2 thoughts on “Programmare non è andare in bicicletta”

  1. Salvatore, quanto hai scritto in questo articolo è assolutamente vero.
    Io sono un Consulente informatico, mi occupo di molte cose, e spesso molto diverse tra loro, ma non ho mai finito di studiare, di voler apprendere nuovi concetti, nuove tecnologie, questo per mia fortuna per la passione innata, ma soprattutto perché la nostra professione lo esige.
    Mi chiedevo però da un esperto programmatore se sarebbe consigliabile da parte tua intraprendere la via della programmazione a 43 anni, quando le basi sono in diversi campi, ma mai in maniera unica ed esclusiva.
    Ho lavorato come sistemista, come tecnico Hardware, come analista informatico, come system integrator, ed ora offro consulenza tecnica applicativa “più generale” ad aziende di medio grandi dimensioni.
    Mi piacerebbe molto approciarmi all’universo del IOT, imparando quindi sia a programmare (magari in Python, conoco già PHP), ma soprattutto i conecetti di Elettronica di base.

    Secondo te posso ancora ricavarmi un mercato e svolgere attività professionali di rilievo?

    Grazie.

    1. Ciao Fabrizio,
      è il caso di dire che non è mai troppo tardi!

      Se la programmazione ti appassiona iniziare a 43 anni, oppure a 13 anni penso non faccia così tanta differenza.
      Conta, inoltre, che le attività che hai svolto in ambito ICT non possono fare altro che aiutarti in questa professione.

      A presto,
      Salvatore

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